Una geografia musicale da raccontare


Emanuele Arciuli



Per anni la EDT ha rappresentato, per me, il riferimento più autorevole e sicuro, la guida insomma, nelle mie perlustrazioni musicali.

Non solo per la fortunata iniziativa della Storia della Musica, imponente e assieme agile, che colmava una lacuna nella bibliografia italiana, ma per i tanti volumi che hanno accompagnato, negli anni, la formazione di musicisti e appassionati, libri tra cui basterebbe ricordare il Bach di Alberto Basso. E poi c'era la dimensione della contemporaneità, cui rivolgevo sempre maggiore attenzione e che trovava, nelle monografie e in tante altre opere pubblicate da EDT, un supporto prezioso. Avevo anche scoperto le mie guide di viaggio preferite, le ormai leggendarie Lonely Planet, sempre EDT. Nel tempo ho intrapreso una collaborazione, dapprima con brevi articoli sul Giornale della Musica, poi con un libro sulla musica americana per pianoforte che mi ha impegnato un paio d'anni; durante i quali il confronto con i curatori, fatto di decine di email, di interminabili telefonate e di bellissime discussioni de visu, magari in qualche trattoria torinese, mi ha arricchito facendomi trascorrere, fra l'altro, momenti di autentico divertimento. E così, all'immagine, che permane tuttora, di un editore serio e affidabile, ho aggiunto quella più umana e allegra di una schiera di collaboratori intelligenti, creativi, coraggiosi e curiosi, con i quali raccogliere ancora le sfide sempre nuove e stimolanti che l'editoria musicale ci pone. Sfide che la EDT saprà affrontare al meglio. Questo è l'augurio che le faccio, nel segno di una collaborazione che prosegue e che spero trovi nuovi territori da esplorare, perché – come accade per la geografia fisica – c'è una geografia musicale in cui isole, montagne e paesaggi, talvolta remoti e affascinanti, attendono solo di essere raccontati.



Emanuele Arciuli, pianista, ha debuttato negli Stati Uniti nel 1998 (Corbett Auditorium, Cincinnati) e da allora vi torna regolarmente per recital e concerti con orchestra, eseguendo spesso composizioni a lui dedicate da alcuni dei maggiori autori americani. Ha inciso numerosi cd in un repertorio che spazia da Beethoven alla produzione contemporanea, e si esibisce per le più prestigiose istituzioni musicali, dal Teatro alla Scala alla Biennale di Venezia, da Milano Musica all’Orchestra della Rai di Torino, dal Miller Theater di New York alla Filarmonica di San Pietroburgo. Insegna pianoforte principale al Conservatorio di Bari, ed è frequentemente invitato come guest faculty da numerose università americane. È autore del volume Rifugio intermedio. Il pianoforte contemporaneo fra Italia e Stati Uniti (Teatro Comunale di Monfalcone, 2006).

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