Un riferimento per chi ama il jazz
Un riferimento per chi ama il jazz
Dopo qualche esperienza negativa di traduzione per conto terzi, ho capito che per dare un contributo non occasionale alla cultura jazzistica in Italia ci voleva qualcosa di più.
Di EDT avevo sempre ammirato la costanza nel tenere disponibili i titoli pubblicati e la scelta di pubblicare libri fondamentali (per esempio il saggio di Mike Zwerin sul jazz nel periodo nazista, da decenni punto di riferimento sull’argomento); e quando grazie alla Fondazione Siena Jazz abbiamo potuto proporre proprio alla EDT una collaborazione organica siamo stati ascoltati con attenzione e serietà – fatto non frequente nel nostro panorama editoriale basato sul "mordi e fuggi". EDT, come Siena Jazz, è impegnata in un’opera di diffusione culturale e non rincorre l’ultima moda letteraria, e questa concezione si attaglia perfettamente al mondo del jazz, fatto di numeri non grandi ma di passioni durature e profonde. Abbiamo insieme scelto e tradotto una serie di titoli che rappresentano il meglio della divulgazione e della ricerca jazzistica, con autori come Szwed, Woideck, Hamilton, DeVito, Dregni e Gioia: i loro libri sono diventati il punto di riferimento per tutto quello che riguarda l’argomento che hanno trattato, e non c’è appassionato di jazz che non li scopra con rinnovato piacere. Il duro, minuzioso lavoro redazionale è stato molto soddisfacente e ripassare al pettine fitto i volumi permette di ridurre al massimo gli inevitabili errori migliorando scorrevolezza e qualità – bisogna sempre diffidare di chi impagina i file e li manda in tipografia senza far nessuna domanda. I prodotti finali sono solidi e piacevoli, chi li prende in mano percepisce subito la qualità, e dopo anni di uso intenso mostrano segni del tempo, non di degrado, diventano vecchi amici e spuntano qua e là nelle borse da viaggio, negli astucci degli strumenti, e nei messaggi di ringraziamento di tanti musicisti e studenti: non c’è soddisfazione maggiore.
