Un contributo alla cultura nazionale


Emilio Sala



Non so dire quando è incominciata la metamorfosi di Torino, ma alla fine degli anni '70, quando l’EDT diventò l’editore della nuova musicologia italiana, la città della FIAT era ancora un luogo senza futuro, una factory town in piena crisi depressiva.

Riconfigurare una identità cristallizzata e secolare come quella della Torino industriale/postindustriale deve essere sembrata a molti una sfida imp(r)udente: mission impossible. Ma le identità, ormai lo abbiamo capito, sono formazioni storiche (cambiano nel tempo) e quando si tira in ballo il DNA di una realtà locale o nazionale di solito si mistifica. Quando sento dire che "la corruzione è nel DNA degli italiani" o che "la mafia è nel DNA dei siciliani" mi irrito (per dirla con un eufemismo). Possibile che non si capisca la differenza tra natura e cultura, tra biologia e storia?

La metamorfosi di Torino è corrisposta a un cambio di identità tanto spettacolare quanto istruttivo. Investire nei saperi e rimettere in discussione gli idola tradizionali (optare per l’innovazione, insomma) è una sfida che si può vincere. Un altro esempio che mi viene in mente, e che associo al caso di Torino, è quello di Bilbao. Anche lì l’aver optato per la cultura ha trasformato radicalmente e in breve tempo un’identità cittadina che sembrava bloccata e inerte. Che c’entra l’EDT in questo processo? C’entra eccome. Infatti, tout se tient.

Sintonizzandosi sulla lunghezza d’onda di quel cambiamento non ha solo svolto un ruolo prezioso a livello locale ma ha dato un contributo importantissimo alla crescita della cultura musicale a livello nazionale e internazionale. I suoi libri di musica non sono solo sugli scaffali delle nostre librerie: sono nel nostro modo di concepire e praticare – soprattutto rimettere in discussione – il sapere musicale. Auguri.



Emilio Sala, professore associato di Drammaturgia musicale presso l’Università statale di Milano, si occupa dei rapporti tra la musica e i diversi tipi di spettacolo dal Barocco al Novecento. Fra le altre cose ha pubblicato il saggio L’opera senza canto (Marsilio, 1995) e curato il volume miscellaneo “Quel novo Cario, quel divin Orfeo”. Antonio Draghi da Rimini a Vienna (LIM, 2000).

Il valzer delle camelie
MUSICA
Emilio Sala