Come creammo il pubblico dei Carnet de Voyage


Stefano Faravelli



"Il tesoro è nascosto sotto una mattonella del tuo giardino al Cairo, ma per scoprirlo devi andare a Ispahan, seguendo la labile premonizione di un sogno che ti suggerisce di cercarlo laggiù...".

Così, come nella celebre novella delle Mille e una notte (Notte 351), il mio incontro con EDT avvenne nel contesto esotico del festival internazionale del Carnet de Voyage di Clermont Ferrand e si concluse alle porte di casa. Nel 2004, Zahia Hafs, una raffinata editrice parigina interessata a pubblicare i miei taccuini di viaggio, mi suggerì di cercare anche un editore italiano e mi scrisse su un foglietto il numero di telefono e il nome (non ricordava il cognome) di un suo vecchio amico, un "uomo saggio", così disse, che aveva lavorato con lei per Lonely Planet e che dirigeva una casa editrice.
Il numero telefonico aveva il prefisso della mia città e quando all’altro capo del telefono mi rispose Enzo Peruccio, scoprii che mia moglie lo conosceva bene: vicino di casa, per anni l’aveva accompagnata a scuola insieme alle sue figlie.
EDT divenne il mio editore con la naturalezza degli incontri predestinati. Era fisiologico che un editore interessato al mondo dei viaggi e dei viaggiatori accogliesse tra le fila dei suoi autori un creatore di Carnet de Voyage, genere di cui sono antesignano in Italia.
Nel Bel Paese, (storicamente più terra di carnet che di “carnettisti”), nulla esisteva di simile prima della collana che con Enzo, Claudia ed i loro collaboratori offrimmo al nostro pubblico. Un pubblico che contribuimmo a CREARE, e che dal 2005, data della pubblicazione dei carnet sul Mali e sulla Cina, ad oggi, non ha smesso di crescere e di moltiplicarsi.
Verde Stupore, il mio ultimo taccuino nato in un soggiorno nelle foreste pluviali del Madagascar, attualmente in lavorazione, deve la sua esistenza anche a questo pubblico di lettori; fui contattato e arruolato come “peintre agrégé”, il pittore aggregato alla spedizione scientifica, proprio grazie alla fortuna dei miei precedenti libri.



Stefano Faravelli nasce nel 1959 a Torino, dove si forma come pittore, prima al liceo artistico, poi all’Accademia di Belle Arti. La varietà dei suoi interessi lo spinge a laurearsi in filosofia morale e a seguire studi orientalistici, mentre come pittore svolge un’intensa attività espositiva in Italia e all’estero. Questa doppia vocazione di peintre-savant lo orienta verso il carnet di viaggio: del 1989 il suo primo taccuino, frutto di un lungo viaggio indiano, a cui faranno seguito altri carnet, alcuni ancora inediti. Tra quelli pubblicati: Cina, Mali e India pubblicati da EDT. Nel suo ultimo lavoro: Egitto. Cercando l’Aleph l’autore ha voluto ripercorrere le tracce dei grandi pittori-viaggiatori che tra XVIII e XIX secolo hanno calcato l’antichissimo suolo egiziano, raccontando a sua volta l’itinerario con gli strumenti semplici e sensibili dell’acquerello e della calligrafia.

Cina. Carnet di viaggio
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